Eterogeneo il programma contenuto nel cd che comprende vari stili ed epoche e permette di apprezzare le qualità tecniche ed espressive di Fiammetta Corvi. Si passa infatti dal classicismo (Mozart) al romanticismo (Chopin), per giungere al tardo-romanticismo (Brahms) e concludersi con il Novecento (Granados).

La Sonata in la maggiore K. 331 è una delle più celebri composizioni di Mozart (1756-1791). Fu pubblicata nel 1784 dall’editore Artaria. È concepita in forma libera ed è la sola (a parte la giovanile Sonata K. 282) il cui primo tempo non si articola in “Forma-Sonata”. Il primo movimento è un “Andante con variazioni” imperniato su un grazioso spunto tematico di elevata purezza melodica, simile a un Lied. Il “Minuetto” (secondo movimento), di mirabili risorse timbriche, si distingue per la nobiltà d’animo e la liricità. Celeberrimo il terzo movimento (“Alla turca”), in forma di Rondò francese. In questa Sonata Mozart si avvale di una scrittura virtuosistica: passaggi in ottave, incroci di mani, terze parallele e arpeggi spezzati. Appartiene – unitamente alle Sonate K. 330 e K. 332 – ai cosiddetti “anni viennesi” mozartiani.

Magnifica la Ballata n. 1 in sol minore, op. 23 di Chopin (1810-1849), una pagina colma di passione, emozione e malinconia. Per quanto concerne l’intensità dell’accento melodico, la ricchezza della struttura armonica, audace per quei tempi, e l’elemento virtuosistico può essere considerata fra le composizioni chopiniane più compiute. Di struttura tripartita, comincia con un Largo, seguito da un moderato e termina con un “Presto con fuoco”. Il suo valore musicale è strettamente legato al contrasto che si stabilisce fra calma e impeto, fra l’accentuarsi e l’attenuarsi del pathos. È una composizione impreziosita da accenti di aristocratica mondanità e di pariginismo e rappresenta la perfetta incarnazione dell’anima romantica nella dimensione del suono pianistico. Iniziata nella primavera del 1831 a Vienna è stata portata a termine nel 1835 a Parigi. Il musicista polacco è stato il primo ad attribuire il titolo di “Ballata” a un brano strumentale; in origine si trattava infatti di una raffinata composizione vocale.

I 16 Valzer op. 39 di Brahms (1833-1897), scritti originariamente per pianoforte a quattro mani nel 1865, sono qui proposti nella versione per pianoforte a due mani, rielaborata quattro anni dopo dallo stesso Brahms. Sono lavori di dimensioni estremamente limitate, strutturalmente molto simili l’uno all’altro, eppure incantevoli nella loro semplicità salottiera. Sono Valzer di tenera luminosità, che si adattano al consumo familiare e alla piccola sala da concerto. Le differenze fondamentali fra i vari brani sono collocabili nell’articolazione dei particolari, nel colore e nello stacco dei tempi. È una raccolta deliziosa, che va ascoltata e apprezzata nel suo insieme. L’amore del musicista per i movimenti di danza è legato al fatto che tali tipologie ritmiche si accordano splendidamente alla natura della creatività melodica del compositore, sovente animata da movenze “popolari”, che mirano a cogliere l’anima del popolo cui appartengono. Non a caso questi Valzer recuperano le atmosfere del “Ländler” (danza popolare tedesca simile al valzer) più che dell’astratto valzer viennese. Sono concepiti in forma ABA. Furono dedicati dal compositore al celebre critico musicale Eduard Hanslick, autore del saggio “Il bello musicale” (1854).

Di Enrique Granados (1867-1916), oggigiorno poco eseguito e ingiustamente sotto valutato, vengono eseguite due splendide Danze spagnole: Oriental e Andaluza. La sua attenzione si rivolge generalmente più alla Spagna galante del sec. XVIII che al folklore autentico, del quale tuttavia conserva i tratti e i ritmi sostanziali. La sua arte è qui a metà strada fra l’intima confessione lirica, che assume tratti quasi personali, e l’espressione profonda dell’anima di un Paese. Oriental, seconda delle 12 danze spagnole, scritte fra il 1892 e il 1900, è una sorta di confessione che richiama un ispanismo delicato, soffuso e, nel contempo, colmo di passione e interiorità. La più nota è la quinta – Andaluza – che, oltre all’aspetto tecnico-virtuosisitco, presenta una melodia intensamente nostalgica.

Un cd, dunque, che si ascolta con estremo piacere sia per il valore e la bellezza dei brani proposti sia per le interpretazioni di Fiammetta, che regala profonde emozioni.

Alberto Cima